LA LENTA APOSTASIA DI CASTIGLIONE E LA COMUNITA’ CRISTIANA CHE IN ESSA VIVE

  • 29/05/2021
  • Don Gabriele

LA LENTA APOSTASIA DI CASTIGLIONE E LA COMUNITA’ CRISTIANA CHE IN ESSA VIVE

Cari fedeli, continuo la riflessione di domenica scorsa. Di fronte alla lenta apostasia di Castiglione che cosa fa la comunità cristiana? Qualcuno potrebbe obiettare, asserendo che la comunità cristiana di Castiglione coincide praticamente con la comunità di quanti vi abitano, perché tutti (tranne coloro che appartengono a tradizioni religiose non cristiane) sono battezzati e quindi fanno parte della Chiesa. Questo è vero da un certo punto di vista. Ma è evidente che se il battesimo ci fa entrare nella Chiesa è altrettanto evidente che almeno il 70% di coloro che sono stati battezzati e abitano a Castiglione non vive la vita della comunità cristiana, tranne quando chiede i sacramenti per i figli (cosa di per sé altamente positiva), porta in chiesa i propri morti o – avvenimento rarissimo – decide di sposarsi nel Signore. Torniamo dunque alla domanda di prima: di fronte a questa lenta apostasia, che cosa fa la comunità cristiana? 1) Continua a fidarsi e ad affidarsi al Signore, perché sa che Egli è fedele, anche quando noi non lo siamo. 2) Continua a celebrare la divina Liturgia perché sa che lì – soprattutto nell’Eucaristia – incontra davvero il suo Signore e questo è essenziale, in quanto dal suo Signore riceve ciò che il mondo non può dare, ossia la vita e la pace. 3) Continua a dedicarsi alla formazione attraverso la catechesi a tutte le fasce di età, perché sa che il Signore desidera essere conosciuto per essere testimoniato. 4) Continua a vivere la carità, attraverso l’attenzione ai poveri e ai bisognosi, con il Centro di Ascolto e la distribuzione dei generi di prima necessità, l’iniziativa “compiti insieme” (che riprenderà); la scuola di italiano per stranieri (che riprenderà), la sistemazione di un appartamento per chi momentaneamente è privo di casa, il progetto “Famiglia aiuta famiglia” 5) Continua a dedicarsi alle giovani generazioni con la proposta dell’Oratorio e dello sport in chiave cristiana, cercando di venire incontro alle fragilità aprendo uno “sportello” dedicato all’ascolto. 6) Continua ad investire nella cultura, che genera vita buona, con la cura delle sue opere d’arte e il restauro dell’organo, un vero gioiello tra i più belli d’Italia. 7) Continua a credere nelle buone relazioni, superando le maldicenze, i pregiudizi, le antipatie, le etichette e scrutando con umiltà i segni dei tempi, senza lasciarsi abbattere e scoraggiare, sapendo di essere una minoranza, che – per la grazia di Dio – fa la differenza. CONTINUA. Infatti sa che senza la costanza non si costruisce nulla. Il Signore ci ha posto a vivere in questo periodo e ci affida la responsabilità per esso. E noi continueremo perché il Signore ce lo chiede e perché la nostra gente – anche chi ci ignora o ci ostacola – ne ha bisogno.

don Gabriele

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