PERCHE’ IL VESCOVO DI ROMA E’ PAPA? Un po’ di storia e di teologia
PERCHE’ IL VESCOVO DI ROMA E’ PAPA? Un po’ di storia e di teologia
1Tra i titoli del Papa, quello di “vescovo di Roma” è il primo. Anche quando Roma era in rovine ai tempi dei barbari, anche quando il Papa risiedeva lontano da Roma, anche quando è stato in esilio, non si è mai pensato di dissociare la funzione del papato da quella episcopale. La storia del papato ha conosciuto casi di martiri, primo tra tutti quello di Pietro, ma anche storie di esiliati: Cleto, Clemente, Cornelio e Lucio all’epoca della persecuzione romana; Liberio ai tempi di Costantino; Silverio al tempo dei barbari. Nel corso dei secoli, prima dello scisma del 1054, Costantinopoli era una città infinitamente più brillante di Roma. Pur essendo orgogliosa della sua grandezza, non ha mai rivendicato il primato. In seguito, per un periodo di 70 anni, in un’epoca in cui la Francia ha esercitato una forte pressione sul papato, i successori di Pietro hanno risieduto ad Avignone (1309-1377). Santa Caterina da Siena si rivolse duramente a Papa Gregorio XI, chiedendogli di tornare a Roma, e alla fine lo convinse. Anche in quei tempi turbolenti, però, non ci interrogò mai sul fatto che il vescovo di Avignone fosse il Papa. Allo stesso modo, i “Papi avignonesi” non presero mai il titolo di vescovi di Avignone. Nell’era moderna, Napoleone I deportò Pio VI a Valence-sur-Rhône (Francia), dove il Papa morì. La situazione proseguì poi con Pio VII, che deportò a Genova e poi a Fontainebleau. Quando Roma venne minacciata dai piemontesi, Pio IX si rifugiò a Gaeta, ma tornò a Roma il prima possibile, stavolta con l’aiuto dei Francesi. Dopo l’annessione di Roma al regno d’Italia, il Papa si considerò “prigioniero” in Vaticano. Protestò ma rimase lì, come Pio XII durante la II Guerra Mondiale, pur temendo di essere sequestrato dai nazisti.
2 Il Papa ha autorità sui vescovi, ma sacramentalmente non è più di un vescovo. Un vescovo è sempre collegato a una diocesi, anche se in certi casi si tratta di diocesi in cui non ci sono più cristiani, è il caso delle diocesi “titolari” affidate ai vescovi di Curia, o ai nunzi o agli ausiliari. In realtà, non esiste un quarto grado nel sacramento dell’ordine, il papato, oltre a quello dei diaconi, dei sacerdoti e dei vescovi. Il rapporto dei vescovi con il Papa si esprime mediante la formula “cum Petro et sub Petro”, “in comunione con Pietro e sotto l’autorità di Pietro”. Un Papa che non fosse vescovo di Roma assomiglierebbe di più a un Segretario Generale dell’ONU.
3 La cattedrale del Papa è la basilica di San Giovanni in Laterano. Poco dopo il ritorno da Avignone, i Papi hanno risieduto a San Giovanni in Laterano. Quattro concili ecumenici portano il nome del Laterano. Quando il palazzo crollò, Papa Gregorio XI si trasferì in Vaticano, accanto alla tomba di San Pietro, ma la cattedrale della diocesi di Roma resta San Giovanni in Laterano.
4 I cardinali, pur essendo in tutto il mondo, appartengono al clero della diocesi di Roma e sono titolari di una chiesa romana o di una diocesi suburbicaria. Nel governo della Chiesa universale, il Papa è assistito da consiglieri. Nel corso dei secoli, questi sono stati solo sacerdoti della diocesi di Roma. Dal Medioevo, i cardinali hanno formato un gruppo determinato, in seguito chiamato “Sacro Collegio”. Gli arcivescovi che governavano diocesi più o meno lontane da Roma hanno iniziato a farne parte, senza lasciare la propria diocesi, oltre ai principali collaboratori del Papa nella Curia Romana. Per sottolineare chiaramente che è la Chiesa di Roma ad avere la missione, secondo la splendida formula di Ignazio di Antiochia, di “presiedere nella carità” tra tutte le Chiese, i cardinali diventano titolari di una chiesa della diocesi di Roma. “Papa” e “vescovo di Roma”, due espressione che convergono in una sola persona. Per questo, papa Benedetto XVI, nell’omelia della presa di possesso della cattedrale del Laterano esclamò: “In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani”.
Il vostro parroco
Don Gabriele