Parrocchia

UNA PAROLA CHIARA SULLO SPORT E LA PARTECIPAZIONE ALLA MESSA DOMENICALE (con qualche aggiunta …)

Vorrei dire una parola chiara a proposito di questa questione. Per un genitore cristiano non ci deve essere alcun tentennamento al proposito. Tra la Messa domenicale e lo Sport, il primato va alla Messa. Perciò non ci dovrebbe essere alcuna titubanza nella scelta. Se mio figlio sceglie di impegnarsi in qualche sport è certamente una cosa buona, ma migliore è la partecipazione alla Messa. C’è un gerarchia di valori che non deve essere disattesa. Per cui se un ragazzo e una ragazza vogliono fare sport, il genitore cristiano farà questo (o simile) ragionamento: “Sono contento che fai sport, ma prima devi assicurarmi che andrai a Messa”. State attenti, non cullatevi e non cullate i vostri figli nell’illusione che diventino tutti campioni. E lo diventassero anche, non dimentichiamoci della parola di Gesù: “Che vantaggio c’è guadagnare il mondo intero e poi perdere la propria anima? Che cosa darà l’uomo in cambio della propria anima?”. Attenti a non illudere i vostri figli e a non illudere voi stessi. Non cedete ai loro ricatti. Dovete essere chiari nella proposta della gerarchia dei valori. E’ sotto i nostri occhi quella che il Papa chiama la “catastrofe educativa”. Insieme, famiglie e parrocchia dobbiamo aiutare questi ragazzi a sviluppare personalità armoniche. E senza la maturazione della fede non esistono personalità armoniche, perché, come ho già ricordato molte volte, la dimensione del trascendente è stampata dentro di noi. Non si può barattare questo orientamento antropologico con nessuna passione agonistica (passata la quale per insuccesso o per … vecchiaia sopraggiungono spesso altre e meno nobili passioni …). Siate chiari con i vostri figli e siate chiari anche con voi stessi. Non si è educatori prescindendo dall’educazione alla fede. Certo questo mi rende pensoso: se devo guardare all’estate appena terminata, quanti si sono ricordati di essere educatori nella fede? In tre mesi di vacanza si corre il rischio di rovinare ciò che si è costruito con fatica negli altri nove. Ad ogni buon conto, ricominciamo con una parola di chiarezza. A volte sento dire: “Non li posso obbligare ad andare a Messa”. E’ vera questa affermazione? E allora perché li obblighi ad andare a scuola? Se io genitore obbligo mio figlio ad andare a scuola (come è giusto che sia) e non lo obbligo ad andare a Messa, nella testa del ragazzo che sta maturando quale pensiero verrà a concretizzarsi? “Se i miei genitori non mi obbligano ad andare a Messa ma mi obbligano ad andare a scuola, allora significa che la Messa non è importante, o perlomeno, è secondaria alla scuola”. E così la frittata educativa è fatta. Verrà il momento in cui sceglieranno se andare ancora a Messa, ma finché sono in età scolare è vostro dovere obbligarli ad andare a Messa così come li obbligate ad andare a scuola. E siate sicuri che così facendo state facendo il loro bene. E la cosa può essere utile anche a voi. Che dire infatti di quei genitori che portano i loro figli a Messa e vengono a prenderli al termine? Altra frittata educativa, perché il ragazzo può dire: “Mio papà (o mia mamma) mi portano a Messa ma loro non ci vengono. Allora vuol dire che la Messa non è importante quando si diventa grandi …”. Non mi pare ci voglia una speciale illuminazione dall’alto per comprendere che un comportamento simile di un genitore è antieducativo in maniera dirompente. Intanto che ci sono, mi porto avanti anche sulla questione dei padrini e madrine della Cresima: non scegliete soggetti improponibili. E se i vostri figli vogliono lo zio o la zia, il cugino o la cugina che non sono praticanti da secoli o hanno fatto scelte di vita poco conciliabili col Vangelo, aiutateli a capire che il ruolo del padrino non è basato semplicemente sull’affinità elettiva … Cerchiamo di essere seri nelle cose che concernono la fede.

Avanti dunque con coraggio

Il vostro parroco

Don Gabriele