LA PREGHIERA COME VIA QUARESIMALE

  • 11/03/2023
  • Don Gabriele

LA PREGHIERA COME VIA QUARESIMALE

Non mi stancherò mai di ripetere che la preghiera è “proattiva”, cioè è una forza dinamica, che sprigiona il bene attorno a sé. Dicevo venerdì scorso, all’inizio della Via Crucis: “Siamo arrivati qui con negli occhi e nel cuore le immagini della distruzione e della morte causate dalla guerra, dalla violenza, dal naufragio di povere vite avvenuto sulle nostre coste. E ci chiediamo che senso ha il nostro essere qui. La risposta è proprio questa: in tutto questo dolore, causato dalla durezza del cuore dell’uomo, la preghiera è una forza proattiva, che diffonde il bene e l’amore dentro tutto questo male. Allora con la nostra preghiera, con il nostro amore offriamo un contributo al cambiamento del mondo. Per approfondire il tema della preghiera, che in quaresima dobbiamo particolarmente riscoprire, grazie anche alle giornate degli ESERCIZI SPIRITUALI che ci vedranno impegnati nei giorni 15,16 e 17 marzo, offro un passaggio molto denso tratto dall’omelia che papa Benedetto XVI tenne il mercoledì delle ceneri del 2008. Diceva così il Papa: “La preghiera è un crogiuolo in cui le nostre attese e aspirazioni vengono esposte alla luce della Parola di Dio, vengono immerse nel dialogo con Colui che è la verità, ed escono liberate da menzogne nascoste e compromessi con diverse forme di egoismo (cfr Spe salvi, 33). Senza la dimensione della preghiera, l’io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza, che dovrebbe essere eco della voce di Dio, rischia di ridursi a specchio dell’io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni. La preghiera, perciò, è garanzia di apertura agli altri: chi si fa libero per Dio e le sue esigenze, si apre contemporaneamente all’altro, al fratello che bussa alla porta del suo cuore e chiede ascolto, attenzione, perdono, talvolta correzione ma sempre nella carità fraterna. La vera preghiera non è mai egocentrica, ma sempre centrata sull’altro. Come tale essa esercita l’orante all’“estasi” della carità, alla capacità di uscire da sé per farsi prossimo all’altro nel servizio umile e disinteressato. La vera preghiera è il motore del mondo, perché lo tiene aperto a Dio. Per questo senza preghiera non c’è speranza, ma solo illusione. Non è infatti la presenza di Dio ad alienare l’uomo, ma la sua assenza: senza il vero Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, le speranze diventano illusioni che inducono ad evadere dalla realtà. Parlare con Dio, rimanere alla sua presenza, lasciarsi illuminare e purificare dalla sua Parola, ci introduce invece nel cuore della realtà, nell’intimo Motore del divenire cosmico, ci introduce per così dire nel cuore pulsante dell’universo”. Buona prosecuzione del cammino quaresimale e buoni esercizi spirituali.

Il vostro parroco

Don Gabriele

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