Omelia del Parroco nella Messa del Mercoledì delle Ceneri 2023

  • 25/02/2023
  • Don Gabriele

Omelia del Parroco alla Messa del Mercoledì delle Ceneri 2023

Cari fratelli e sorelle, lo scorso anno, iniziando la quaresima, guidati da una costituzione del Concilio Vaticano II – la Gaudium et spes – avevamo riflettuto insieme sugli squilibri presenti nel mondo, sottolineando come essi affondano la loro verità in “quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo”. E avevano detto che la Quaresima rappresenta un’occasione propizia per renderci innanzi tutto conto di questo “squilibrio” così come per guarirne.

Quest’anno vorrei offrire qualche ulteriore riflessione in proposito. Nel Vangelo si parla di “sguardi”. C’è lo sguardo di chi ti vede fare l’elemosina, digiunare, pregare. Uno sguardo che può indurti all’ipocrisia: lo faccio per essere visto. C’è poi lo sguardo di Dio, che vede nel segreto. Ecco, vorrei che ci mettessimo proprio dinanzi allo sguardo di Dio che vede nel segreto per iniziare questo cammino quaresimale.

Ci facciamo aiutare da una considerazione sui vizi capitali e le virtù.

I vizi o peccati capitali sono quelli a cui la natura umana decaduta dopo il peccato originale è particolarmente incline. Per questo è molto importante per chiunque voglia avanzare sulla via della discepolato imparare a individuare queste tendenze nel proprio cuore e a esaminarsi su questi peccati.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1866) afferma: “I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono […]. Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l’avarizia, l’invidia, l’ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia”.

Il termine “capitale” non si riferisce alla grandezza del peccato, ma al fatto che dà origine a molti altri peccati. Secondo San Tommaso, un vizio capitale è quello che ha un fine eccessivamente desiderabile, di modo che desiderandolo un uomo commette molti peccati, tutti originati da quel vizio, che ne è la fonte principale.

Ciò che si desidera o si rifiuta nei vizi capitali può essere materiale o spirituale, reale o immaginario. Abbiamo tutti una tendenza verso i peccati capitali, che dobbiamo controllare conoscendo e sviluppando le virtù contrarie a ciascuno di questi peccati.

Ecco allora un Esame di coscienza dei vizi capitali e delle virtù contrarie che ci può aiutare in questo cammino verso la Pasqua, anche in vista della nostra confessione pasquale.

Vizio: Superbia / Virtù contrapposta: Umiltà

• Mi rendo conto e tengo sempre presente che senza Dio non sono e non posso nulla?

• Do spazio a pensieri di boria, vanità e autosufficienza senza rendermi conto che tutto in me è opera di Dio?

• Cerco dagli altri approvazione e riconoscimento?

• Attribuisco davvero tutta la gloria a Dio?

• Accetto e riconosco le mie mancanze quando vengo corretto?

• Mi infastidisco di fronte a critiche, attacchi e umiliazioni?

• Quando servo, proietto me stesso o sono portatore di Dio?

• Quando parlo, mi lascio ispirare da Dio o la fonte di ispirazione è il mio io?

• Cerco di richiamare l’attenzione con la mia presunta “saggezza”, il mio fisico, ecc.?

• So distinguere la mia missione o mi intrometto in ciò che non mi spetta?

• Riconosco i miei errori e chiedo perdono?

• Riesco ad aiutare senza comandare?

• Cerco approvazione, riconoscimenti, onori e lodi?

• Faccio le cose per fare bella figura?

• Respingo le umiliazioni o so approfittarne come mezzo per acquisire umiltà?

Vizio: Avarizia / Virtù contrapposta: Generosità

• Sono attaccato alle cose? Dipendo troppo dalle finanze e dai beni materiali? Dedico loro più tempo e preoccupazione di quanta ne richiede la prudenza?

• Sacrifico tempo e denaro per servire secondo il progetto divino?

• Sono generoso o egoista con i beni materiali? So donarmi e donare?

• Sono poco attento all’uso cristiano del denaro?

Vizio: Lussuria / Virtù contrapposta: Castità

• Ho cercato affettività al di fuori dell’ordine stabilito da Dio in relazione alla sessualità (il matrimonio sacramentale)?

• Mi sono lasciato andare a fantasie o a atti impuri, con me stesso o con altri?

• Ho scelto e visto programmi, film erotici o pornografici? Ho messo in atto atteggiamenti seducenti, e scarsa modestia nel vestire?

• Obbedisco al progetto di Dio per la sessualità nel mio stato di vita?

• Cerco di essere casto o seguo ciò che mi vende il mondo in relazione alla sessualità?

• Mi sto preparando bene al matrimonio, conservando la castità che il Signore mi chiede?

Vizio: Ira / Virtù contrapposta: Pazienza

• Sono intransigente e intollerante? Impaziente e iracondo?

• Gestisco sofferenze, malattie, inconvenienti, ostacoli, contrarietà, rapporti con gli altri con pazienza o con intemperanza e ira?

• Perdo facilmente la pace? Manifesto cattivo umore quando le cose non sono come vorrei?

• Restituisco con ira gli attacchi o i mali reali che subisco o che immagino?

• Scarico il mio stato d’animo iracondo con chi non ha nulla a che vedere con il problema in questione?

• Indulgo nell’ira dando la colpa alle circostanze?

Vizio: Gola / Virtù contrapposta: Temperanza

• Mangio o bevo più del necessario?

• Digiuno o mi astengo dalla carne secondo le indicazioni della Chiesa?

• Sono dipendente da alcool, droghe, gioco d’azzardo?

• Sono maniaco ed esigente nel gusto quando mangio? Se il cibo è freddo non lo voglio, se è un po’ troppo salato o dolce lo scarto?

• So essere moderato nell’importanza che attribuisco allo sport, al divertimento etc.?

Vizio: Invidia / Virtù contrapposta: Carità

• Desidero i beni materiali, intellettuali, fisici degli altri?

• Distraggo i miei pensieri in paragoni su quello che gli altri hanno che mi portano all’invidia?

• Ho reclami nascosti con Dio per il benessere o le qualità altrui?

• Mi risento per le qualità, i beni o i successi di un altro perché io non li ho?

• Ho mai desiderato che gli altri non avessero i beni che hanno perché io non li ho?

• Provo gelosia per posizioni e responsabilità di altri gruppi o persone all’interno e/o fuori della Chiesa?

Vizio: Pigrizia / Virtù contrapposta: Diligenza

• Sono attento a compiere i miei doveri?

• Riposo più del necessario?

• Rimando le cose a dopo?

• Sono rapido a servire anche quando non ne ho voglia?

• Ho trascorso delle ore senza far nulla, barcamenandomi tra il divano, la televisione, il cellulare, il frigorifero?

• Sono responsabile e diligente verso i miei doveri di studio e di lavoro?

Lo studio del nostro comportamento mostra un insegnamento prezioso che va raccolto, e che può essere di aiuto per il futuro: come la scienza e la ricerca progrediscono imparando dagli errori commessi, dai tentativi mesi in atto, così anche la vita di ogni uomo può venire istruito dai propri errori, qualora vengano riconosciuti. Chiamare la colpa ed il vizio con il loro nome non è una forma di inutile umiliazione, ma un atto di libertà: è sapere di essere più grandi di ciò che si è compiuto, riconoscendo che si poteva agire diversamente ravvisando possibilità sempre presenti, anche per il vizioso più incallito. Si può confessare il male compiuto soltanto alla luce di un bene più grande che precede ogni possibile azione malvagia, garantendone il radicamento in un orizzonte di senso, in una originaria bontà e sanità che lo costituisce e gli permette di vedere, insieme al male, anche le possibilità di riconciliazione.

L’imposizione delle ceneri rappresenti dunque l’inizio di questo cammino. Ed è bello costatare che anche questa liturgia così austera termina con l’Eucaristia, col dono, cioè, che il Signore fa a noi di se stesso, come per dirci: io sono sempre con te; in questo cammino di guarigione del tuo cuore io ti accompagno, tengo la mano nella tua affinché la mia pasqua sia anche la tua.

don Gabriele

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