IL SALE, SANREMO E LA QUARESIMA

  • 18/02/2023
  • Don Gabriele

IL SALE, SANREMO E LA QUARESIMA

Quindici giorni fa, il Signore Gesù, nel vangelo, diceva ai suoi discepoli (di tutti i tempi, quindi anche a noi): “Voi siete il sale della terra”. Chi è stato a Messa, ricorderà di avermi sentito dire che il “sale” sta a significare – secondo la Bibbia – “sapienza” e anche “preservazione dalla corruzione”. I cristiani, cioè, sono nel mondo per portare il “sale” delle beatitudini, per “salare” gli ambienti in cui vivono con una logica diversa da quella del mondo. C’è un sapore diverso da mettere dentro il mondo, un sapore che si dà “sciogliendosi” come il sale, soffrendo cioè se è necessario per “salare” (la storia dei martiri e dei coraggiosi testimoni del vangelo non è finita!). Questo modo diverso di pensare, di parlare e di vivere fa la differenza. Pensate come i cristiani hanno “salato” l’impero romano all’inizio del diffondersi del vangelo! E veniamo al Festival di Sanremo. Io non l’ho guardato, ma ho letto il racconto di quelle giornate. Il messaggio che nel suo insieme ha trasmesso il Festival è un messaggio anticristiano: sia nei testi delle canzoni sia negli interventi dei conduttori sia nei monologhi (ad accezione di un paio). Il Festival di Sanremo è stato in questa edizione (solo?) una delle più chiare espressioni della decadenza del pensiero e dei costumi. Decadenza del pensiero: si cerca di accreditare il “pensiero unico” (o come si preferisce dire il “modello unico”, in quanto lì non c’è più alcun “pensiero”), ossia il favore nei confronti di ogni scelta, a patto che non sia in disaccordo con questo “pensiero unico”, altrimenti scatta l’intolleranza. Esempio: se parli dei diritti degli omosessuali – sacrosanti, per carità – va bene, ma se parli della famiglia tradizionale (quella che garantisce anche la struttura essenziale della società) la tolleranza va a farsi benedire. La massa che pende dalle labbra di Chiara Ferragni, la quale, insieme al di lei marito, si fa megafono dei dogmi del “modello unico”, perché “rende” in termini di followers e, quindi, di soldi, è gente che non ha futuro. Quel che mi preoccupa sono i numeri: quanta gente ormai è contagiata da questo “modello unico”? Non dimentichiamo che i regimi sono iniziati con questo genere di propaganda. E che il “modello unico” sia ormai un regime è sotto gli occhi di tutti coloro che lo vogliono vedere! Infatti: o la pensi così oppure sei escluso dagli ambienti che contano. Ma la cifra grottesca di questo “modello unico” è la scena che ha contraddistinto la chiusura del Festival: un uomo vestito da donna che bacia in bocca un altro uomo! Vogliamo condannarci a questo futuro? Pensavo in questi giorni: quanti di coloro che dovrebbero essere “sale della terra” si saranno beati di questa trasmissione. E’ inutile scandalizzarsi dell’abito della Ferragni, se il giorno dopo stai ancora attaccato al televisore a darle, indirettamente, man forte. Noi cristiani o siamo alternativi o siamo inutili! Povera Italia se il tuo manifesto è il Festival di Sanremo! Meno male che inizia la Quaresima, che ci richiama alla sobrietà, che ci induce a ritornare al “fondamento”. Ve lo propongo nella forma un po’ forte sintetizzata da S. Ignazio di Lojola nei suoi esercizi: Principio e fondamento. L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore e per salvare, mediante ciò, la propria anima; e le altre cose sulla faccia della terra sono create per l'uomo affinché lo aiutino al raggiungimento del fine per cui è stato creato. Da qui segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutino a conseguire il fine per cui è stato creato e deve liberarsene tanto quanto glielo impediscano. Per questa ragione è necessario renderci indifferenti verso tutte le cose create (in tutto quello che è permesso alla libertà del nostro libero arbitrio e non le è proibito) in modo da non desiderare da parte nostra più la salute che la malattia, più la ricchezza che la povertà, più l'onore che il disonore, più la vita lunga che quella breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo solo ciò che più ci porta al fine per cui siamo stati creati.

Buona Quaresima, con il ritorno al “fondamento”.

Il vostro parroco

Don Gabriele

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