Pace dall'Alto

Articolo di don Vincenzo alla Comunità in vista della Festa del S. Natale

  • 20/12/2025
  • Don Alberto

“Gloria nel Cielo e Pace sulla terra”, cantano gli angeli all’unisono in una melodia che vorrebbe raggiungere il cuore del mondo e ogni latitudine. Eppure, affinché non diventi un’illusione eterea ma un fatto compiuto, occorre trasformare il canto, in una equazione piena di verità.

È come se dicessimo che la Gloria del Cielo è la possibilità vera di Pace sulla terra oppure in egual modo, che la pace sulla terra è figura della Gloria del Cielo. Questo è Gesù nato a Betlemme, il principe della Pace, il Figlio unigenito, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero.

Nelle tenebre del mondo un astro nuovo rifulge. Dobbiamo mettercela tutta per accogliere e trattenere la forza esistenziale e spirituale di questo lieto annuncio. Soltanto partecipando al canto degli angeli allo stupore dei pastori, alla meraviglia obbediente di Giuseppe e alla maternità santa di Maria, possiamo diventiamo anche noi complici di Pace e fruitori di Gloria. A volte sembra fin troppo facile, da insospettire le nostre capacità interpretative, eppure in una piccola sperduta grotta, nel mezzo del nulla, fuori da ogni circuito di potere, una semplice famiglia, censita fra tante, accoglie una nuova umanità in cui il Creatore si fa creatura dal grembo di una Vergine sposa, nella custodia provvidente di un padre giusto e obbediente al Cielo.

E’ così il Presepe. Possiamo dire che ci basta con la sua straordinaria accessibilità all’esistenza di ciascuno, così come nessuno può affermare che non sia accaduto o negare che quella famiglia ci rappresenta tutti, ovunque siamo nati. La storia, la terra, gli uomini, sono capaci di dare una casa a Dio quanto è vero che Dio ha voluto abitare in mezzo a noi. Allora se la gloria di Dio è così vicina, anche la sua Pace ci appartiene, ci riguarda.

Cosa ci manca, cosa non funziona, cosa stiamo cercando ancora che non ci sia già stato dato?

In questi giorni Santi, come credenti privilegiati, avremo in abbondanza accesso alla Sapienza dall’Alto. Ci introdurranno, in un crescente annuncio come una ricapitolazione, tutte le profezie del Messia. Ascolteremo la narrazione dettagliata, cronologica, affascinante e mirabile nella sua semplicità, della nascita del Salvatore. Anche i più distratti forse, per una melodia o un canto poetico, sentiranno il desiderio di seguire una stella, andare verso, mettersi in cammino, lasciarsi interessare da qualcosa che nonostante tutto, la storia fatica a dimenticare.

Ci vuole il piglio di quel granello di fiducia che sposta le montagne, che abbatte i muri, che placa le tempeste, che moltiplica il poco purché sia tutto. E fiducia vuol dire Fede, vuol dire relazione, vuol dire nostro e non solo mio per far posto a Dio.

Ci manca il coraggio di scegliere tra ciò che dà Gloria a Dio - ciò che è Gloria di Dio - e ciò che non lo è affatto. Un sopruso, una violenza, una divisione, una ingiustizia, un insulto, una esclusione, un abuso, un imbroglio, un dispetto, un’indifferenza, una trasgressione, una diseguaglianza… Cosa c’entrano queste cose con chi s’incanta e si compiace davanti alla grotta di Betlemme?

Bisogna scegliere di esserci, come cercatori di Luce e promotori di Pace. Quello che è iniziato a Betlemme è Gloria di Dio e Pace sulla terra. Buon Natale!

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