RITROVARE IL “GUSTO” DI PARTECIPARE ALLA MESSA DELLA DOMENICA

  • 21/01/2023
  • Don Gabriele

RITROVARE IL “GUSTO” DI PARTECIPARE ALLA MESSA DELLA DOMENICA

La Messa della domenica esprime la scelta di essere cristiani, discepoli di Gesù. Ritornano sempre in mente le parole dei 49 martiri di Abitinia, una città dell’Africa Proconsolare. In quegli anni – la vicenda si colloca tra la fine del III secolo e l’inizio del IV – l’imperatore Diocleziano aveva scatenato una dura repressione contro i cristiani obbligando il clero a consegnare i libri sacri e vietando le riunioni. Ma il gruppo di Abitinia, guidato dal sacerdote Saturnino, aveva sfidato il divieto, riunendosi di nascosto per l’Eucaristia. Scoperti, furono arrestati e poi inviati a Cartagine dal proconsole Anulino, davanti al quale tutti dichiararono di non poter rinunciare alla celebrazione domenicale. Per questo essi vennero incarcerati e poi martirizzati. L’espressione in latino della loro confessione – diventata famosa – suona così: sine dominico non possumus, che significa: non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore. Come ho già avuto modo di dire, il postpandemia ha fatto registrare una sensibile diminuzione dei fedeli alla Messa domenicale. Infatti: alcuni, già poco convinti, hanno verificato che andare a Messa o non andarci per loro era lo stesso, cioè nella loro vita non cambiava nulla. Evidentemente ci si chiede come avevano partecipato alla Messa fino ad allora (occasioni sprecate, tra questi alcuni catechisti/e!) … Altri hanno preso l’abitudine di “ascoltare” la Messa alla televisione, perché “è più comoda”; chiaramente chi non è impossibilitato a partecipare fisicamente alla Messa in chiesa e invece la segue alla televisione (oltre a cadere in peccato grave), ha capito ben poco della Messa, che raggiunge il suo culmine nella partecipazione alla Comunione, grazie alla quale diventiamo un solo corpo con Cristo e quindi tra di noi (e dalla televisione il prete non può uscire per distribuire la Comunione!). Numerosi tra coloro che partecipavano alla Messa sono passati all’altra riva (un calcolo forfettario stima in circa 400 i funerali da quando sono parroco di Castiglione; occhio e croce almeno il 50% dei defunti era praticante, quindi circa 200 persone in meno). Ma a parte questa sorta di indagine sociologica, mi preme dire qualcosa sull’atteggiamento con cui partecipare alla Messa, per ritrovare il “gusto” di parteciparvi. 1. Scegliere non la Messa “più comoda” ma quella che favorisce maggiormente lo sviluppo della mia fede (ho già detto molte volte che non è bene che gli adulti partecipino abitualmente alla Messa dei ragazzi perché hanno bisogno di un “nutrimento” più adatto a loro). 2. Uscire di casa con l’intenzione di incontrare il Signore Risorto (e non semplicemente di adempiere ad un “dovere”). 3. Arrivare in chiesa un po’ prima dell’ora di inizio della Messa per prepararsi interiormente con un po’ di silenzio; 4. Salutare i vicini, ma senza iniziare a chiacchierare. 5. Partecipare davvero, ossia ascoltare con impegno innanzi tutto la Parola di Dio che viene proclamata e l’omelia, ma anche le preghiere dette dal sacerdote (e quando ci si accorge di essersi distratti, recuperare la concentrazione), rispondere alle invocazioni, unirsi al canto. 6. “Gustare” interiormente la consapevolezza che si sta partecipando alla “cosa” più grande che esiste sulla terra, perché in quel momento il Signore Gesù rinnova il dono di se stesso per la vita del mondo. 7. “Gustare” il fatto che lì nasce e continuamente si edifica la Chiesa come corpo del Signore diffuso nel mondo, che ripete i gesti di salvezza da lui realizzati quando percorreva le strade della Palestina. 8. Ampliare lo sguardo secondo le dimensioni della Chiesa diffusa su tutta la terra, sapendo che lì si è uniti a tutti i fratelli e le sorelle che nel mondo partecipano alla stessa Eucaristia. 9. Al momento dell’offertorio, unire con reale intenzione al pane e al vino che il sacerdote offre la propria vita, quella che è, perché venga assunta nel sacrificio pasquale che ha salvato il mondo. 10. Recandosi a riceve la Comunione con raccoglimento, pensare a Chi si va a ricevere, con la certezza di accogliere in noi la Vita, vero antidoto alla morte. 11. Tornare al posto rientrando in se stessi e presentando al Signore Gesù il personale ringraziamento e le richieste che ci stanno a cuore. 12. Uscire dalla Messa con la consapevolezza di aver ricevuto il Dono per eccellenza, disposti a condividere con gli altri ciò che siamo e ciò che abbiamo. 13. Non contraddire subito con le parole e i fatti ciò di cui si è stati resi partecipi. Vissuta così, la Messa diventa davvero un’esperienza di incontro, incrementa la fede, genera vita nuova in noi e negli altri.

don Gabriele

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