OMELIA DEL PARROCO ALLA MESSA PER LA PACE – 1° GENNAIO 2022 (seconda parte)

  • 22/01/2022
  • Don Gabriele

OMELIA DEL PARROCO ALLA MESSA PER LA PACE – 1° GENNAIO 2022 (seconda parte)

* La necessità di offrire lavoro porterà gli imprenditori a non guardare al proprio esclusivo interesse, magari approfittando della congiuntura che ha messo a disposizione gli ammortizzatori sociali, senza premurarsi di far tornare al lavoro i propri dipendenti. Queste interminabili “casse integrazione” stanno creando non poche difficoltà alle famiglie della nostra comunità, all’autostima di alcuni lavoratori e alle loro relazioni affettive. Connessa alla questione del lavoro ci sono le condizioni con cui si lavora. Voglio qui solo accennare ad un problema di questi mesi. Ci sono giovani – ragazze e ragazzi – che per recarsi al lavoro nelle nostre aziende devono percorrere in bicicletta, in questa stagione, non pochi chilometri, perché non trovano case da locare qui in paese. Eppure ci sono case sfitte. Faccio dunque appello a quanti hanno possibilità di affittare abitazioni a farsi sensibili a questo problema.

* Per ciò che attiene al rapporto tra generazioni, dobbiamo cercare di superare la visione un po’ romantica del buon nonno e dell’affezionato nipote. L’alta percentuale di anziani della nostra comunità richiede un’attenzione maggiore da parte di tutti. L’arrivo delle suore con la disponibilità a condividere tempo con i nostri anziani è un segno. C’è ancora però molto da fare affinché gli anziani non siano vagamente ritenuti i “saggi”: è necessario favorire l’incontro tra essi e le nuove generazioni sia per non disperdere il patrimonio di vita e di esperienza sia perché la loro fragilità non può lasciarci indifferenti. Un grosso dispiacere è dato dal fatto – per esempio – di non poter visitare gli ospiti dell’Istituto Milani, che dal giugno scorso non hanno più avuto un momento religioso “in presenza”. Le difficoltà sono obiettive e a tutti sono note; bisogna tuttavia stare molto attenti affinché non venga leso il diritto alla libertà religiosa, che consiste nel praticare il proprio culto, relegando questa dimensione nella sfera del non essenziale. Per un anziano e un’anziana che trovano nella fede una risorsa per vivere il momento non facile dell’invecchiamento, della fragilità e del fine vita, vedersi sottratto l’esercizio del proprio culto significa aggiungere dolore a dolore. Non dobbiamo permettere ad una mentalità efficientista di ridurre la vita al soddisfacimento delle funzioni vitali, dimenticando la dimensione spirituale.

“Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni: strumenti per edificare una pace duratura” ci dice il Papa.

Facciamoci pensosi e personalmente operativi sia come cittadini sia come cristiani. Una goccia, tale è l’operato di ciascuno rispetto al mare, sembra poco, eppure il mare è fatto di tante gocce.

Celebriamo ora la divina Eucaristia che rende presente in mezzo a noi il Signore: lo stesso che Maria, la Madre di Dio ha portato in seno; lo stesso che i pastori hanno cercato e trovato. Questa piccolezza, in verità, è la grande occasione della storia: lasciamocene raggiungere per fare l’esperienza di avere anche noi trovato in questo primo giorno del nuovo anno il Salvatore.

don Gabriele

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