Omelia del parroco 31 dicembre 2016 - Messa e TE DEUM

  • 31/12/2016
  • Don Gabriele

31 dicembre 2016 – Messa col TE DEUM

Cari fratelli e sorelle,

sono tre gli aspetti che caratterizzano la celebrazione vigiliare di questa sera: il tempo che passa (siamo infatti alle ultime ore dell’anno civile e fra poco inizieremo quello nuovo), la solennità della divina maternità di Maria, il ringraziamento per i benefici ricevuti in quest’anno.

1. Partiamo dalla prospettiva della celebrazione della divina maternità di Maria.

Ci chiediamo, allora, come ha vissuto la Vergine Maria il tempo che passa?

Mi pare che per lei il cuore del tempo sia consistito in quel momento in cui il Divino ha fatto irruzione nella sua vita e le ha chiesto di non essere più sua, le ha chiesto perciò anche tutto il suo tempo. Maria ha così capito che il suo tempo coincideva ormai con il tempo di Dio. Il tempo in questo modo ha perso il suo significato semplicemente cronologico ed è diventato il tempo della sua storia con Dio.

Un tempo perciò pieno: non più il neutro scorrere di giornate senza senso; ma il tempo abitato da una presenza; un tempo per imparare ad accorgersi di questa presenza, tanto reale da sentirsela crescere nel grembo; un tempo per acconsentire al sorgere di una relazione con questa presenza; un tempo in cui non più sottrarsi all’invito di questa presenza che costantemente bussa al cuore e chiede ospitalità nel dipanarsi variegato della giornata, con i suoi mille impegni, ma senza lasciare mai vuoto il posto in questa relazione, proprio come due persone che si vogliono bene, le quali, anche se impegnate in altro non si distaccano mai dalla persona amata che ritorna alla mente, pensiero improvviso – lo sanno bene gli innamorati – come un “tuffo al cuore”.

“Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna”. Da quel giorno in cui il Figlio di Dio ha trovato spazio nel grembo di questa donna, il tempo non è più stato vuoto. Il Signore lo ha riempito tutto della sua presenza, come ha riempito tutta la mente, il cuore, e il grembo di Maria.

Dalla storia di Maria, impariamo innanzi tutto che il tempo “è pieno”: non però come un serbatoio di giorni, di mesi e di anni, che inesorabilmente si svuota, ma come luogo della presenza del Signore nella mia vita, che è il tempo che mi è stato assegnato affinché io lo passi in compagnia sua e dei miei e suoi fratelli, in attesa di giungere al giorno senza tramonto, quando egli mi verrà incontro con il suo volto mite e festoso.

Per Maria il tempo non solo era pieno, cioè, abitato dalla presenza di Dio, ma era anche un tempo a disposizione. Del suo tempo, cioè, Maria non si considerava la padrona. Sono molteplici i riferimenti evangelici in tal senso. Maria dice all’angelo, dopo l’annunciazione: “Eccomi sono la serva del Signore”. Che altro significa se non: ecco la mia vita, cioè, il mio tempo è a tua disposizione? Quando si reca da Elisabetta per aiutarla nei giorni del parto, che altro significa: ecco, sono a disposizione dei miei fratelli? Quando intercede presso Gesù per i giovani sposi, facendogli addirittura anticipare l’ora – cioè il tempo – della sua manifestazione, che altro significa se non: il mio tempo è a disposizione per la gioia degli altri? Quando si tira indietro di fronte al ministero di Gesù e ricompare solo nell’ora del dolore e della croce e per sorreggere il corpo esanime del suo Figlio, che altro significa se non: il mio tempo è a disposizione delle esigenze del Signore? Quando è sotto la croce dove il Figlio le consegna Giovanni e in lui noi tutti, che altro significa: ancora sono a disposizione affinché la mia vita sia riempita dalla presenza dei fratelli del mio Signore? E quando starà con i fratelli di Gesù nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che altro significa se non: prolungo l’attesa, a disposizione per loro, affinché si compia la pienezza che viene dall’altro?

Tempo pieno e tempo a disposizione.

Senza dubbio, sul finire dell’anno e in procinto di iniziarne uno nuovo queste due dimensioni rappresentano sia l’esame di coscienza per il tempo trascorso sia il proposito per quello che ci sta innanzi. Tutti in qualche modo dobbiamo dire riguardo al passato: perdona, o Signore, perché non ho vissuto il mio tempo – la mia vita – come “tempo pieno” di te; ho coltivato, infatti, piccole o ampie zone di ateismo, diventando così insensibile a te e ai fratelli, ripiegandomi su me stesso e non vivendo la disponibilità alle opere che mi chiedevi di compiere. E, in relazione al futuro: grazie, Signore, perché mi dai ancora fiducia, accordandomi del tempo, chiedendomi di renderlo fruttuoso con le opere buone che mi domandi di compiere.

2. E veniamo al rendimento di grazie per i benefici ricevuti lungo quest’anno.

Rendiamo grazie innanzi tutto per l’Anno Santo della Misericordia, che ha visto momenti altamente significativi a livello di Chiesa universale, di Chiesa diocesana e di parrocchia, fra cui il pellegrinaggio alla Porta Santa della Cattedrale di circa 400 fedeli. Tra i momenti di preghiera vanno certamente annoverate le lectiones divinae di Quaresima, nonché il ciclo di testimonianze sulla ricaduta sociale della Misericordia collocato nel tempo di Pasqua.

Rendiamo grazie per i 22 bambini rinati a vita nuova nel Battesimo; i 40 bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione; i 26 bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Corpo del Signore, i 33 ragazzi a cui è stato amministrato il sacramento della Cresima; i 26 quattordicenni che hanno fatto la professione di fede e i 4 diciottenni che l’hanno rinnovata. Ringraziamo e preghiamo per le sette coppie di fidanzati che si sono unite in matrimonio. Affidiamo nuovamente al Signore i 61 fra sorelle e fratelli che sono tornati alla sua casa.

Rendiamo grazie per tutta l’opera di formazione messa in campo dalla parrocchia con la catechesi in tutte le sue fasce tramite i catechisti ai quali va la nostra riconoscenza.

Rendiamo grazie per la liturgia, che è stata celebrata con dignità e devozione nelle nostre chiese, grazie anche all’impegno della corale parrocchiale, del gruppo Ani.Me, del gruppo esequie, del coretto Giovanni Paolo II, del tanto caro gruppo ministranti minori e maggiori, di quanti e quante sono dedite alla cura della chiesa, delle suppellettili, dei paramenti, della biancheria.

Rendiamo grazie per il nuovo assetto della Caritas parrocchiale, che riunisce in sé il centro d’ascolto, inaugurato nel marzo di quest’anno e che ha avviato un buon lavoro, il centro S. Bernardino, i “compiti insieme”, l’esperienza di “famiglia accompagna famiglia”. E grazie a tutti gli operatori del settore.

Rendiamo grazie per l’avvio della Missione parrocchiale, che vedrà alla fine di febbraio una nuova tappa e un ulteriore passo nel pellegrinaggio parrocchiale che faremo a Loreto l’1 e il 2 giugno, circa il quale dobbiamo iniziare a muoverci sotto il profilo organizzativo.

Ringraziamo per il lavoro che svolge il nostro oratorio, con don Manuel e tutti i collaboratori. Torno a domandare ancora una volta l’elaborazione di un progetto di pastorale giovanile, che coinvolga anche le due società sportive.

Ringraziamo per la sensibilità “al sociale” della parrocchia, che ha visto momenti significativi nelle già menzionate testimonianze sulla ricaduta sociale della misericordia, nel servizio del centro di ascolto e nel coinvolgimento del Comune e di altri soggetti sul discorso della ludopatia, che dovrà avere ulteriori sviluppi. Intanto cominciamo a guardare all’appuntamento elettorale del nostro paese, pregando perché quanti si renderanno disponibili a servire “la cosa pubblica” abbiano davvero a cuore il bene comune di questo nostro borgo.

Rendiamo grazie per la vita ordinaria della parrocchia, che in maniera capillare porta avanti la sua opera di evangelizzazione, attraverso il ministero dei sacerdoti, la disponibilità di don Gino e degli altri operatori pastorali, fra cui amo ricordare il modo speciale i ministri straordinari della S. Comunione. Grazie anche all’opera di chi, con la distribuzione del Notiziario settimanale e del Chronicon e la cura del sito internet parrocchiale consente di portare la vita della parrocchia nelle famiglie.

Rendiamo grazie per il servizio svolto dalla scuola materna parrocchiale, con le sue operatrici. La parrocchia continua a credere e a sostenere questa importante realtà educativa. Invito i genitori ad iscrivere i propri bambini alla scuola materna parrocchiale sia alla sezione ordinaria sia alla sezione primavera, usufruendo delle detrazioni fiscali previste dalla normativa in vigore. Facciamo in modo di non far morire questa istituzione che ha alle spalle un significativo passato per la comunità castiglionese. L’ “inverno demografico”, che ha colpito anche la nostra comunità (basta confrontare il numero dei battesimi con quello dei morti) comporta una maggiore attenzione delle nostre famiglie a questa importante istituzione della nostra parrocchia. Sulla scuola materna parrocchiale mi sento di insistere molto.

Rendiamo grazie anche per l’aspetto organizzativo e amministrativo, nella cura del quale mi posso avvalere della collaborazione preziosa della segreteria parrocchiale e di altri generosi collaboratori.

A proposito dell’aspetto amministrativo, vi rendo noto che la disponibilità economica della parrocchia alla data di oggi è pari ad Euro 55.038,00. Il debito residuo è di Euro 331.135,00. Segnalo che lo scorso anno – alla data di oggi – il debito ammontava ad Euro 472.521,19. In un anno abbiamo avuto un recupero di Euro 141. 392 circa. Ciò si spiega, fra le altre cose, anche grazie ad un più accurato calcolo dei debiti verso i privati, in forza del quale si considerano tali solo quelli effettivamente documentabili. Come vedete, il processo di risanamento continua, se si considera che a far data al 1 ottobre 2012 esso era stimato in Euro 815.575.

Del residuo di debito di Euro 331.135, 225.132 Euro sono relativi ad un mutuo, che scadrà nel 2026, la cui rata è pari ad Euro 2.300 mensili. Il secondo mutuo, con rata di Euro 2.200 mensili, si estinguerà al 31 gennaio 2017, quindi ci resterà solo una rata mensile.

Nell’anno che si sta chiudendo, la nostra parrocchia ha devoluto la cifra di 14.663 Euro in opere caritative e di evangelizzazione, attraverso le diverse raccolte per giornate nazionali, diocesane e straordinarie.

Per quel che concerne gli immobili, la Soprintendenza competente ha risposto al parroco che l’immobile addossato alla chiesa dell’Incoronata non rientra fra quelli tutelati, in quanto non riveste rilevanza dal punto di vista storico e culturale: per cui la parrocchia è libera da vincoli, almeno a quel livello, quando deciderà di intervenire.

Ho fatto predisporre una relazione tecnica illustrativa inerente lavori di manutenzione straordinaria di riparazione, sostituzione e rinnovamento degli intonaci esterni della chiesa dell’Annunciata, a cui Deo volente a suo tempo metteremo mano.

E’ stata felicemente risolta la complessa questione relativa all’entrata in possesso effettivo da parte della parrocchia del terreno adiacente il lato destro della chiesa parrocchiale, reso fino a qualche settimana fa impossibile dall’insistenza sullo stesso di un fabbricato, ora abbattuto.

Come vedete, se non mancano motivi di preoccupazione, che si inseriscono nel contesto più ampio delle preoccupazioni per l’andamento della famiglia umana nel suo insieme e dell’andamento delle nostre famiglie, non mancano i motivi per ringraziare.

Chi rimane capace di dire “grazie” riconosce i doni che riceve; chi riconosce un dono è capace di gioire; chi riesce a gioire costruisce relazioni buone intorno a sé; chi costruisce relazioni buone dà speranza agli altri; chi dà speranza agli altri rischiara il futuro.

L’Eucaristia che ora celebriamo, faccia salire a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo l’inno di ringraziamento, che prolungheremo, dopo la comunione, col canto del Te Deum.

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