AI CONVIVENTI DELLA MIA PARROCCHIA
Care coppie di cattolici conviventi,
vi scrivo dal notiziario parrocchiale perché non conosco tutte e non vorrei tralasciare nessuna. Vi saluto con viva cordialità. La prima cosa che vorrei dirvi è che non siete lontane dal mio cuore di parroco perché avete fatto la scelta della convivenza. Non conosco il motivo per cui avete preso tale decisione: credo comunque che per almeno la maggior parte di voi non sia dipeso da contrarietà al matrimonio. Mi piacerebbe avviare un dialogo con voi, per camminare insieme, per fare un po’ di discernimento. La mia porta è sempre aperta. Ho incontrato alcune di voi in occasione della preparazione al Battesimo dei vostri figli e mi pare di poter dire che ci siamo trovati bene. Qualcuno di voi mi ha detto che stava pensando al matrimonio. Vi invito a non rendere definitiva la scelta di convivere. Il vostro stare insieme, l’amore reciproco, la cura dei figli, il sostegno vicendevole sono realtà meravigliose che già vivete credo con impegno e responsabilità. Ma c’è un “di più”, che poi è sostanziale, che non potete non considerare: il guardarvi negli occhi e dirvi: “Ti amerò per sempre”, chiamando a testimoni il cielo e la terra. Sì, il cielo e la terra: Dio e la comunità degli uomini vostri fratelli. Questo amore, se non è un vago sentimento, ma un prendersi cura, è giusto sia detto davanti a Dio e davanti agli uomini, per essere sottratti all’individualismo che è la radice di tanti mali dei nostri giorni. Non posso nascondervi, inoltre, che ciò ha a che fare anche con la salvezza della vostra anima, di cui io mi sento responsabile. Ha a che fare anche – per chi ha avuto la gioia di essere padre e madre – con l’educazione cristiana da impartire ai vostri figli, la cui responsabilità vi siete assunti solennemente durante il loro battesimo. Andate controcorrente …! Non lasciatevi forviare dal pensiero che il matrimonio debba essere “fatto in grande”. Chi l’ha detto? Se io fossi al vostro posto, sceglierei delle nozze semplici e sobrie: sarebbe anche un bel segno di condivisione delle situazioni di povertà così largamente diffuse nella nostra società. Non voglio dilungarmi oltre … Vi aspetto con fiducia per parlare, per avviare un cammino … Non deludetemi.